In tempi di incertezza economica, pressioni sulla produttività e margini sempre più ridotti, la vera differenza non la fa chi resiste alla crisi, ma chi la converte in slancio strategico.

Per molte aziende industriali, affrontare una ristrutturazione può sembrare un’opzione emergenziale, o una scelta drastica. In realtà, se guidata da un modello operativo solido, può rappresentare il momento decisivo per ripartire con basi più resilienti ed efficienti.

Secondo il Turnaround and Transformation Survey 2024 di AlixPartners, il costo del capitale è ancora il principale fattore che guida le difficoltà aziendali, spingendo molte imprese a considerare piani di ristrutturazione nei prossimi mesi.

 

Il modello operativo: 3 pilastri per una ristrutturazione solida

1. Diagnosi organizzativa e tecnica

Analisi incrociata tra performance operative (efficienza impianti, OEE, scarti), struttura dei flussi decisionali e coerenza tra operations e obiettivi strategici. Questo approccio consente di mappare le aree ad alta criticità e valutare l’impatto delle azioni correttive.

2. Ridefinizione dei processi chiave

Attraverso la mappatura dei processi e l’utilizzo di metodologie Lean, guidiamo la semplificazione delle procedure operative, l’eliminazione di sprechi e ridondanze, e l’introduzione di KPI misurabili, condivisi e sostenibili.

3. Implementazione graduale con leadership interna

La ristrutturazione funziona solo se viene adottata dalle persone, non imposta. Per questo coinvolgiamo il management e i team operativi sin dalle prime fasi, progettiamo roadmap progressive e formiamo i team come facilitatori del cambiamento.

 

Cosa distingue una ristrutturazione efficace?

“Il vero valore di una ristrutturazione non si misura solo nei costi recuperati, ma nella capacità di un’azienda di ritrovare equilibrio e visione. Ristrutturare non è ridurre, è riorganizzare per crescere.”
Gianni Silvestrini, Founder – GS Consulting Management Engineering

L’intervento deve essere tecnico nei dati, ma anche strategico nella trasformazione culturale. I progetti più efficaci nascono da una regia chiara, obiettivi misurabili e un coinvolgimento reale delle persone.

 

Ristrutturare oggi, non domani

Il 42% dei CEO a livello globale non crede che la propria azienda sarà economicamente sostenibile nel prossimo decennio senza una trasformazione significativa del business. Questo rappresenta una spinta concreta alla riprogettazione dei modelli operativi e all’adozione di strategie capaci di generare efficienza, agilità e resilienza.

Non si tratta solo di sopravvivere, ma di ripensare il business per renderlo più agile, interconnesso e competitivo.

In GS Consulting, crediamo che ogni crisi porti con sé una possibilità concreta di riorientare l’azienda verso un futuro più solido. Serve metodo, esperienza e visione sistemica. Il nostro approccio combina analisi ingegneristica e cambiamento operativo guidato dalle persone.

 

I segnali da non ignorare

  • Una perdita progressiva di marginalità
  • Colli di bottiglia produttivi ricorrenti
  • Disallineamento tra operations e management

È probabile che un’azione correttiva non basti più. Serve ripensare. Serve un approccio strutturato, analitico e trasformativo.

 

Ristrutturare è strategia, non sopravvivenza

La ristrutturazione non è una resa. È una scelta strategica di riposizionamento, se guidata da metodo e visione. In un mercato che premia velocità, flessibilità e chiarezza organizzativa, agire oggi con un approccio strutturato è l’unico modo per garantire la continuità (e la crescita) domani.

Vuoi capire se il tuo attuale modello operativo è pronto per affrontare le prossime sfide?

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Fonti

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